Giovedì, 10 Novembre 2016 08:34

#Unascalatadiemozioni: il racconto di Alessandra Fogliani

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LA MIA SECONDA SCALATA PATTI/TINDARI di
Alessandra Fogliani ( Da 4 chiacchiere di corsa)
 
La mattina della Scalata nonostante fossi dolorante partii con una gran voglia di mettermi in gioco. Era la mia seconda volta e come sempre mi capita, non avevo pianificato tempi, tattiche altro, saremmo stati io e la strada, io e le mie gambe, io e i miei pensieri. 
Nell'attesa dello sparo avevo a disposizione trenta minuti per effettuare il riscaldamento, tutto faccio tranne che quello, ogni sguardo amico era un abbraccio, un sorriso, una foto, una gioia indescrivibile, il riconoscersi e lo stringersi mossi da un affetto incondizionato.
Il pre-gara è un modo e il motivo di accumulare tanta energia positiva che poi ti ritrovi nelle gambe quando ne hai più bisogno. Ed io quel giorno ne avevo davvero necessità, sapevo che sarebbe stata molto dura.
Allo start quasi in 400, un fiume di colori, di emozioni, di cuori pulsanti. Dieci km durante i quali nei primi tre voli, spinto dalla discesa, in cui il gruppo rimane pressoché compatto. Ma poi la salita progressivamente più ripida che si snoda per ben sette km non perdona! 
Man mano che procedo lungo il percorso, alcuni mi distanziano, altri mi raggiungono e in parte li lascio alle mie spalle. In una Scalata non c'è crono che tenga, il Santuario è lì, lo vedo e a tratti scompare, mancano ancora quattro km e devo stringere i denti. 
Giungo all'ultimo km il decisivo, penso o mollo o volo, ed è in quell'attimo che una Voce ferma e decisa mi ripete: " Calma Ale è finita mancano solo poche centinaia di metri". Ma io di calma ne ho poca, ho la necessità di alzare le gambe che gradatamente si fanno sempre più doloranti, e ad un passo dal cedere decido di mettere l'ultima marcia che mi rimane e faccio la volata finale. Finalmente riesco a tagliare il traguardo raggiungendo il piazzale antistante il Santuario della Madonna del Tindari. 
Ricordo perfettamente le urla dei miei amici e di gente che non conoscevo, di Mimmo che al microfono mi annuncia! È liberatorio, è felicità allo stato puro, sfinita ma ricca dell'affetto di tutti coloro che mi conoscono.
Read 1811 times Last modified on Mercoledì, 15 Marzo 2017 10:22
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