Lunedì, 23 Ottobre 2017 10:40

Storia di una medaglia. Molto più di un disegno.

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Una serata come le altre con i compagni di squadra, una pizza, tante risate e poi tra una parola e l’altra ci si ritrova a parlare delle passioni oltre la corsa. C’è a chi piace cucinare, a chi piace il teatro e si cimenta in delle vere e proprie rappresentazioni, a chi piace fare foto e a chi fare lunghe passeggiate i spiaggia. Ma la passione di cui vi vogliamo parlare oggi e che ha incontrato la corsa è quella dell’arte. C’è poco da fare, il disegno, lo sfiorare il foglio con la matita dando origine a sensati tratti grigi è qualcosa che si possiede o non si possiede, qualcosa di innato. Nasce con te, si sviluppa e cresce con il tuo modo di essere. Che poi tu sia Picasso o Dalì poco importa. L’importante è esprimere attraverso un foglio ed una matita quello che hai dentro. Cosi in quella pizzata apparentemente come le altre mi trovai seduto accanto ad Ale (A. Recupero). Parlando del più e del meno ad un tratto mi disse, non ricordo a quale proposito, che tra i suoi hobby una delle cose che lo rilassa è il disegno. Cosi tirando fuori il suo smartphone mi mostrò i suoi capolavori. 
Proprio in quei giorni ero alla disperata ricerca di un tema unico per la Scalata Patti Tindari del 2017. Non ebbi dubbi e gli chiesi subito se voleva essere lui l’artista. Il suo volto cambio, sembrava tra il sorpreso, il lusingato e l’intimidito dal compito appena assegnatogli. Tentennò mezza millisecocondo, perché poi con la forza che solo il runner conosce tirò fuori un deciso: “Si, ci provo.” Non gli diedi altre istruzioni ero sicuro che quella medaglia sarebbe stata una delle più belle tra quelle realizzate per le passate edizioni. Quando la passione della corsa e l’arte si incontrano non possono che dare origine ad una sintonia come quella della medaglia che abbiamo chiamato “I volti del Tindari” perché grazie al tocco artistico di Ale gli atleti porteranno con se i tre simboli di Tindari: il santuario, il teatro greco e i laghetti di Marinello.
Adesso sapete la storia dietro la medaglia. Ma per completare il quadro manca l'emozione dell'atleta che guardando tra qualche anno quel pezzo di ceramica potrà guardare oltre il semplice oggetto perché dietro quegli schizzi di colore ci sono emozioni difficili da raccontare ma incastonati nella memoria del cuore che solo un arrivo come quello nella piazza del Tindari può dare.
Non ci resta che dire: “Corri a prenderla il 5 novembre 2017. E naturalmente Grazie Ale"
 
Mario Addamo
Vice presidente ASD podistica pattese.
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